Convegno finale della prima fase del progetto
Fondazione di Sardegna, 30 Novembre 2018
Porsi di fronte alle sfide con cui ci si è misurati, fare sintesi dell’iniziativa e cogliere i risultati. Rilanciare la prossima sfida.
Così è stato, attraverso il convegno finale presso la Fondazione di Sardegna venerdi 30 novembre.
Documenti allegati: presentazioni in pdf:
- Osserv 30 NOV v17b Paolo Putzu
- Osserv 30 NOV v17 parz Carlo Crespellani Porcella
- Osserv 30 Nov Daniela Viale e Francesca Pacini
- SIS-senilità Walter Racugno
- SMART LAB SIS-senilità Vincenzo Rundeddu Maurizio Romano
- Report 30 NOV Osserv Rete Svcs
L’interlocuzione con le Istituzioni
Dopo il benvenuto dell’organizzazione ha preso la parola il vicesindaco della Città Metropolitana di Cagliari Fabrizio Rodin, anche a nome del sindaco Zedda,. In modo efficace ha espresso l’importanza del tema che considera essere talmente chiave per lo sviluppo della nostra città metrpolitana e per la nostra società regionale, che è un punto qualificante nel dibattito politico che dovrà esserci anche per la prossima competizione elettorale e la prossima consiliatura.
Come indirizzare le politiche sociali e all’interno i servizi per gli anziani va affrontato ora perchè ha implicazioni importanti nell’assetto sociale, nel livello dei servizi e nei rapporti intergenerazionali. E’ proprio a livello di area metropolitana questi rapporti si sentono maggiormente.
A rappresentare le amministrazioni locali è stato poi anche il sindaco di Quartu che si è soffermato sul tema del rapporto tra amministrazioni all’interno dei distretti sanitari, i PLUS dentro cui le amministrazioni comunali sono attori principali. Ci sarà un distretto sanitario territoriale unico per l’area metropolitana e anche alla luce di ciò ha voluto descrivere l’esprienza e l’importanza dell’iniziativa per l’amministrazione del secondo comune dell’area metropolitana, che ha creduto al progetto con l’allora Marina Del Zompo, presente in sala e poi completato con l’indagine presso i propri quartieri supportata dall’amministrazione e i volontari presso le parrocchie.
Un’iniziativa che ha messo in luce il tessuto sociale quartese attraverso un questionario così testato in una realtà variegata come i diversi quattro quartieri. Aspetto che la stessa Rita Polo, Presidente della Commissione Consiliare del Comune di Cagliari ha evidenziato nel suo intervento finale, quando ha voluto mettere in luce i punti di eccellenza dell’esperienza: intersezione tra un quadro teorico e un impianto applicativo di prim’ordine calato però sul tessuto sociale reale, così da poter cogliere indicazioni preziose per gli aspetti metodologici che l’inziativa si prefiggeva.
A dare una descrizione dell’origine del progetto è stata Felicita Cabras, intervenuta a nome del Presidente Antonio Pitea della Fondazione IRRM, Istituti Riuniti Ricovero Minorile capofila del progetto. Oltre a descrivere le finalità, l’attenzione e le attività legate ai ragazzi, ha confermato la volontà della Fondazione ad affrontare il tema degli anziani, in particolare dei malati di Alzheimer lanciando alcuni anni fa un concorso di idee per valorizzare la struttura di loro proprietà presente in viale S.Vincenzo e nota a molti cagliaritani. La risposta al bando ha rafforzato l’importanza di affrontare il tema degli anziani ampliando la questione alla prevenzione e alla promozione del benessere, dando un senso globale alla struttura e ad una sua eventuale governance come luogo di interscambio intergenerazionale e sociale. Ma aspetto chiave è la possibilità di far nascere e sviluppare un centro di competenze appunto sul tema dell’invecchiamento nei suoi risvolti, oggi non sufficientemente focalizzati e finalizzati.
Simulazione della ristrutturazione della struttura della Fondazione IRRM di circa 4500mq presente in viale San Vincenzo a Cagliari , con tre livelli e parco al di sotto.
Proprio questo punto ha fatto scaturire la scintilla per lo sviluppo di un progetto che metesse le prime basi per la conoscenza del fenomeno multidominio: aspetti non solo sanitari, ma sociali, di relazione, ambientali, di governance. Da qui il progetto oggi presentato. Ovviamente in sinergia con le amministrazioni.
Relativamente alla Regione invitata all’incontro, si segnala la risposta dell’assessore regionale alla sanità che, anche se non partecipa esprime apprezzamento e sostegno all’iniziativa.
Il tema, lo sviluppo e le sfide del progetto
A seguire l’intervento di Paolo Putzu noto gerontologo e componente del comitato scientifico che ha, con la sua professionalità di medico e gerontologo, affrontato le tematiche principali legate al fenomeno dell’ invecchiamento e delle azioni perchè si sviluppi nel migliore dei modi.
Utile la sua schematizzazione nelle tre tipologie di soggetti con il focus su chi è a rischio, da cui deriva la necessità di prevenzione, oltre che cura per chi già soffre e vede amplificare le proprie polipatologie.
A Carlo Crespellani Porcella, promotore, responsabile del progetto e membro del comitato scientifico, l’onere di descrivere il contesto generale e il progetto attuale in chiusura e le prospettive future. Alla descrizione del fenomeno dell’invecchiamento globale nazionale ha segnalato in particolare l’aumento dell’indice di vecchiaia in Sardegna rispetto a quello del Paese.
Ha poi proseguito con una riflessione sull’evoluzione della categoria del tempo e l’impatto sugli adulti, del senso del passato (nostalgia), futuro (aspettative) e della dimensione psicologica che sarà uno dei punti chiave dell’indagine svolta all’interno del progetto.
Se l’idea primaria del progetto voleva essere la raccolta e l’organizzazione delle informazioni e precezioni delle persone, così da costruire un quadro generale strutturato di conoscenze (quindi poter risalire ai bisogni e alle opportunità di valorizzazione delle persone), e vista la reale difficoltà ad un impegno da parte delle amministrazioni (Comuni e Servizi sanitari territoriali), il progetto si è concentrato sullo sviluppo di un’indagine diretta su quattri quartieri di Quartu. Risultato molto interessante per l’esperienza umana, per la conoscenza delle tematiche puntuali che ha permesso di verificare l’efficacia del modello di indagine-intervista, per la metodologia analizzata nel progetto.
Aspetto chiave del’iniziativa è stato quello di identificare i fattori sensibili che possono definire lo stato globale di benessere della persona. Il comitato scientifico con le psicologhe ha costruito i quesiti e le diverse risposte che permettono di definire e misurare gli indicatori chiave che caratterizzano bisogni, percezioni e aspettative delle persone. Nella primavera di quest’anno circa 100 persone hanno aderito all’iniziativa e risposto alle interviste su cui si chiedevano informazioni e valutazioni che spaziavano dallo stato del quartiere della città, dei servizi, l’abitazione, la famiglia, le relazioni sociali, gli interessi, la salute, l’alimentazione, il tempo libero, lo stato economico, le amicizie e tutta la sfera psicologica (generatività psicosociale, nostalgia, tono umore, autostima ecc.). Un dialogo che ha generato soddisfazione da parte degli utenti che hanno vissuto e quindi percepito un momento di attenzione nei loro confronti e dove hanno potuto esprimere con pienezza il loro stato globale di esistenza.
Il lavoro scientifico è proseguito organizzando le indicazioni psicologiche secondo criteri innovativi che hanno generato una visione di sintesi , ma non per questo riduttiva, delle varie componenti psicologiche (vedi diagramma psicologico globale e diagramma polare comparativo e diagrammi specifici più avanti), così da percepire criticità e stato generale dei singoli quanto delle comunità e delle varie tipologie e categorie di persone (fasce d’età, stato sociale, abitanti dei quartieri ecc.).
Non son mancati riferiementi a problemi puntuali come quello delle persone sole senza rete familiare o la necessità di identificare indicatori globali che facessero riferimento alla scala dei bisogni e al senso di benessere.
Infine alla conclusione ha tracciato le prospettive di sviluppo del progetto: da una parte l’innovazione di sistema consolidando la parte metodologico-scientifica attraverso la creazione di un’architettura e un ambiente tecnologico capace di acquisire dati (dalle fonti già esistenti come ISTAT, dati presso amministrazioni, ASSL, medici di base e dai questionari interviste), la loro elaborazione, selezione per l’accessibilità da parte dei diversi interlocutori ognuno per le sue specifiche esigenze (amministrazioni locali e circoscrizioni sanitarie territoriali per i servizi, Regione per la pianificazione, associazioni di volontariato e imprese sociali, utenti e caregivers).
Dall’altra l’organizzazione di prossimità, con le comunità territoriali in sintonia con le amministrazioni comunali e i centri territoriali che si organizzano per utilizzare queste conoscenze ed elaborare nuovi servizi e migliorare gli esistenti.
Il dialogo
Alcune riflessioni sul tema sono poi state espresse in libertà in un dialogo tra il noto filosofo Silvano Tagliagambe e il rappresentante della Fondazione di Sardegna Graziano Milia con ampia esperienza poltica.
Facendo riferiento a quanto detto prima è stato evidenziata la dimensione emotiva dell’esperienza senile e quanto questa possa indirizzare positivamente l’orientamento al benessere. E’ emersa una pluralità di profili di persone con età differenti , molte delle quali ancora con una propria ricchezza e l’importanza nella società contemporanea, e senza andare troppo lontano, anche nella nostra realtà urbana, facendo emergere il valore di ridare costante senso alla propria esistenza.
Anche confrontandosi con la propria esistenza ed età, in modo autobiografico, il dialogo ha suggerito spunti di riflessione sul vivere quotidiano e sul sistema di attese. Ha poi evidenziato gli effetti, anche in una visione politica, del perseguire con determinazione la creazione di luoghi d’incontro e servizi. Luoghi quindi di interscambio intergenerazionale, di solidarietà e di valorizzazione delle esperienze della sempre più ampia fascia di soggetti dei non più giovani, liberi oramai da impegni lavorativi ma ancora ricchi di esperienze, di saperi sempre più preziosi. Non solo di competenze professionali di antichi mestieri e tante arti che non coprono solo il sapere generico, ma anche il saper fare e l’entrare nella dimensione della cura, del valore dell’azione consapevole e del sapersi relazionare con gli altri, quelli diversi da noi, per età, cultura, saperi, abilità e disabilità.
Gli Approfondimenti
Il programma ha anche previsto alcuni approfondimenti presentati dal team di progetto, in particolare le due psicologhe Daniela Viale e Francesca Pacini, gli informatici-tecnici statistici Maurizio Romano e Vincenzo Rundeddu dello spinoff dell’Università di Cagliari S.M.A.R.T. Lab ed infine la visione strategica proposta da Walter Racugno.
Le psicologhe
Il ruolo del comitato scientifico e dell’apporto della componente psicologica ha svolto un importante ruolo nell’elaborazione e nella interpretazione dei questionari-interviste.
Daniela Viale e Francesca Pacini hanno approfondito il background scientifico di riferimento degli indicatori e dei fattori dell’invecchiamento per la parte psicologica, descrivendo il senso dato a concetti come benessere, fragilità, nostalgia, generatività piscosociale, tono umore, soddisfazione della vita.
I tecnici
Il lavoro svolto dai tecnici per costruire il questionario online e i principi su cui basare l’architettura del lavoro per l’elaborazione dei dati è stata esposta da Vincenzo Rundeddu e Maurizio Romano. Le problematiche in campo non sono banali, soprattutto se in prospettiva l’acquisizione deve essere massiva, ci devono essere livelli di riservatezza dei dati, la strutturazione dei metadati, e soprattutto al costruzione degli indicatori a partire dalle risposte delle domande. Non meno importante la definizione dei profili in uscita dei dati e degli utenti specifici.
La visione strategica del sistema informativo
A seguire l’efficace intervento di Walter Racugno, statistico di nota esperienza e componente del comitato scientifico che ha descritto la portata e l’importanza del sistema informativo alla base dell’iniziativa. Sistema alimentato da dati che poi devono essere selezionati, filtrati, arricchiti da metadati, per confluire in un sistema di Data Wharehouse (definito come un grande magazzino). L’architettura del sistema nel suo sviluppo dovrà essere alimentato dalle fonti istituzionali, da quelle definite ad hoc come i questionari per poi permettere di costruire dei DataMart (piccoli archivi specializzati, sottoinsiemi del Datawharehouse), funzionali alle specifiche tipologie di utenti (amministratori regionali, sanitari, locali, associazioni, utenti finali).
Questo progetto svolge un ruolo chiave per la conoscenza collettiva del fenomeno ed è presupposto per una seria programmazione e per l’erogazione dei servizi. Ha infine evidenziato che questo sistema non si crea dal nulla, ma necessita di “serie” risorse economiche e adeguate competenze. Ed è sottinteso che il team di progetto ha già indirizzato le problematiche ed è pronto ad una seconda sfida con cui costruire il prototipo su una realtà più ampia e un contesto di diverse comunità (Comuni diversi, dall’area metropolitana ai centri urbani dell’area interna).
L’ascolto e l’intervento dell’Istituto Prof.le Sociale Pertini
Il confronto sui temi del progetto ha avuto anche un momento di ascolto da parte della platea attraverso l’esperienza delle studentesse e studenti del l’Istituto Professionale Servizi Sociali Sandro Pertini di Cagliari che hanno partecipato al progetto.
La professoressa Piu ha evidenziato come l’esperienza della somministrazione dei questionari svolta dagli studenti con il supporto del team di progetto e dei volontari delle varie parrocchie coinvolte come presidi, ha generato un’occasione relazionale originale e altamente formativa.
La parola alle studentesse che hanno partecipato al progetto e presenti all’evento: la loro esperienza è stata un’occasione molto complementare alla quotidianità scolastica, con un contatto priviliegiato con persone ultrasessantenni, con arricchimento umano, di relazione e di conoscenza di tutte le questioni coinvolte nella conoscenza della vita delle persone in età avanzata.
Dibattito finale
Rita Polo, pedagogista che opera nell’ambito del sociale e Presidente della Commissione Consiliare del Comune di Cagliari ha rafforzato il senso dell’operazione progettuale come elemento chiave per poter interconnettere l’utenza con la gestione delle amministrazioni.
La possibilità di poter conoscere in modo approfondito e puntuale i bisogni, lo stato globale di benessere e le criticità sono elementi fondanti dell’attività che lei vive quotidianamente fatta di casi reali, di esigenze puntuali. E questa ricerca sul campo, la sua traduzione in conoscenze strutturate e selezionabili diventano fattori chiave per dare risposta con dei servizi personalizzati e una pianificazione tarata sulle reali esigenze.
Antonello Pili, Presidente della FederSolidarietà regionale ha espresso l’interesse per l’iniziativa e ha anche messo in luce il ruolo complementare (che poi diventa fondamentale n.d.r.) delle associazioni di volontariato. Oggi Federsolidarietà è una realtà di 280 cooperative che coinvolge 7.000 persone e che tra volontari e dipendenti genera un’attività che supporta un quarto della popolazione. Un giro di attività del valore di 150 mio € che interviene su realtà diverse, dai bambini della prima infanzia agli anziani. A fronte di uno sbilancio regionale tra 12.000 nati e 16.000 morti lo scenario della popolazione passerà da 1,6 milioni a 1,2 o 1,1 milioni di abitanti, con la attuale legge 162 per non autosufficienti che gestisce 38.000 piani personalizzati di cui 28.000 di ultra 65enni. E lo scenario si complicherà. Sempre poco si sa del fenomeno Alzheimer e delle sofferenze mentali e i suoi risvolti sociali, il ruolo dei caregivers anch’essi spesso anziani. Fondamentale sarà quindi dare spazio a questi progetti e loro come FerderSolidarietà saranno in prima fila a disposizione.
Marina del Zompo, psicologa, psicoterapeuta promotrice dell’iniziativa del progetto di Creazione Osservatorio come Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Quartu e poi come partecipante al comitato scientifico, ha concluso l’incontro tirando le somme e valorizzando l’esperienza che ha saputo affrontare una sfida speciale data dalle difficoltà interne delle diverse amministrazioni ed è riuscita a portare un risultato metodologico importante, non solo per la sua originalità nell’ascolto strutturato del territorio ma anche per la sua capacità di tradurre le esperienze e i bisogni delle persone in indicazioni per una loro efficace risposta. Fatto non banale per le amministrazioni locali ma anche per i piani come il PLUS , e le istituzioni di più alto livello che necessitano di programmazione e pianificazione rispondente alle esigenze reali.
Il progetto chiude con successo così questa prima fase, ma già sottotraccia i dati raccolti vengono elaborati ulterioremente, a disposizione di ulteriori confronti con la collettività, in attesa di un riscontro di approvazione per la prosecuzione del progetto.
Un grazie a tutti i partecipanti e ai vari potenziali soggetti facenti parte dello sviluppo del progetto: oltre alla Fondazione IRRM capofila del progetto precedente e di questa nuova proposta, i Comuni di Quartu e Cagliari, l’ANCI Sardegna, Don Orione Selargius, AIP Associazione Italiana Psicogeriatria; il centro di ascolto di Pescara UCIPEM, il Centro Studi Luigi Crespellani, l’ Università di Cagliari con lo spinoff SMART Lab.
Ad essi si affiancheranno le associazioni di volontariato e la Federsolidarietà, società di indagine come Nomisma.